Mi permetto di fare pubblicità a de libri che apparentemente sembrano poco attinenti coi temi attuali, invece fin dalle prime pagine si avverte la freschezza delle idee che i due autori hanno coraggiosamente messo su carta.
Uno è La rivolta di Atlante, di Ayn Rand, cittadina americana ma di origine russa.
New York è irriconoscibile: un tempo tra le città più produttive al mondo, oggi è tetra, priva di elettricità e con i treni bloccati. In realtà , è l'intera nazione a essere irriconoscibile: dove sono finiti gli imprenditori e gli industriali che l'hanno resa ricca? Scomparsi, volatilizzati nel nulla. John Galt, ingegnere della Twentieth Century Motor Company, li ha convinti ad aderire allo sciopero dei cervelli, riunendoli in una località segreta delle Rocky Mountains. È l'unico modo per opporsi ai “collettivistiâ€, una massa di ottusi dirigenti politici che sta tarpando loro le ali, impedendo lo sviluppo economico e il progresso sociale degli Stati Uniti d'America. Se le fabbriche e le imprese chiudono, perché abbandonate dai loro fondatori, chi muoverà il paese? Se Atlante che, come racconta il mito, sorregge il mondo sulle spalle, decidesse che ne ha abbastanza, che è stufo di sostenere un mondo che gli è irriconoscente e che, più grave ancora, fa di tutto per appesantire il suo fardello, che accadrebbe? Così, se gli uomini di ingegno e talento della nazione si ribellassero, che ne sarebbe del mondo? La rivolta è l'unica reazione possibile, lo sciopero dei cervelli è l'unico modo per fronteggiare la decadenza in atto...
Si conclude con L’atlantide (dopo Il tema e L’uomo che apparteneva alla terra) La rivolta di Atlante, romanzo scritto dalla filosofa Ayn Rand, teorica dell’oggettivismo e dell’egoismo etico (l'uomo è un essere eroico, la sua felicità individuale è scopo morale della vita, il successo produttivo è la più nobile attività , la ragione deve essere elevata a unico assoluto). Ayn Rand è vissuta, fino a 20 anni circa, in Unione Sovietica ai tempi del regime comunista più rigoroso e intransigente. Quando nel 1925 si è trasferita in USA, non le è parso vero di poter scrivere di ciò che voleva e come voleva, di poter criticare la mediocrità delle società massificate ed esaltare quelle che, al contrario, premiano l’intraprendenza dei singoli. Se queste riflessioni sono di per sé stimolanti, è il romanzo però a non funzionare risultando un ripetersi tedioso del suo credo filosofico, (espresso attraverso i pensieri e la voce dei personaggi) che pare un comizio senza fine. C’è poco di avvincente in L'Atlantide e, più in generale, nell’intero La rivolta di Atlante: i protagonisti sono piatti e stereotipati e la trama del tutto annacquata nelle circa 1300 (ridondanti) pagine che compongono l’opera. Che la Rand fosse pagata a numero di battute?! Davvero non si capisce il perché di tanta prolissità . Infine, perché la Rand, così sicura di se stessa, quasi pretenziosa, nel mostrare la (sua) verità , quella dell'egoismo etico, si rivela così incerta nella scrittura abusando dei puntini di sospensione? Se ne contano in quantità industriale e non solo nei dialoghi. Se si unissero i punti ne verrebbe fuori una figura come nei giochi della settima enigmistica?! Che peccato quando si ha qualcosa di interessante da raccontare e si fallisce, per eccesso di autoreferenzialità , nel farlo!
L'altro volume è di Jack London, Il tallone di ferro.
London, autore che non ha bisogno di prestazioni.
Avis Everhard, la protagonista, narra in prima persona le ingiustizie e i soprusi perpetrati alla povera gente negli Stati Uniti, al tempo della Comune di Chicago. La protagonista, viziata rampolla di una famiglia perbene, si innamora di Ernest Everhard, giovane rivoluzionario socialista, maniscalco e filosofo che la conduce prima alla consapevolezza dell'esistenza di una classe di sfruttati, poi a quella dell'esistenza della "macchina invisibile" della società plutocratica.
London narra del nascente Partito Socialista degli Stati Uniti d'America in chiave romanzata e sottile, e, usando l'espediente che il romanzo non è altro che il manoscritto redatto da Avis Everhard, colloca il suo ritrovamento in un lontano futuro in cui la dittatura del tallone di ferro è stata sconfitta.
Il romanzo finisce in chiave aperta, interrompendosi bruscamente, come per far capire al lettore che la storia potrebbe essere ambientata in qualunque luogo e in qualunque tempo, e che i veri protagonisti della storia sono i lettori, che possono cambiare il corso degli eventi.