da Valderrama » sab ago 09, 2003 12:19
Cmq come dice Saverio anche l'ASSE commise atrocita' e molti di loro furono condannati per quello che avevano fatto!
E la storia sulle atrocita' dell' asse (atrocita' compiute sopratutto dalla Germania perchè in italia si ricorse spesso alla violenza ma c'è violenza e violenza ...........e quella italiana non portava di certo alla morte!!!) come dicevo appunto la storia sulle atrocita' dell' asse ha ampiamente scritto e sui criminali dell' asse (tutti tedeschi) ha anche ampiamente scritto .
Cio' di cui non si parla abbastanza e per il quale nessuno è stato mai processato o condannato sono gli alleati!
La liberta' non ce l'hanno certo regalata ma l'italia se l'è presa col sangue sempre se di liberta' si puo' parlare!
Cmq cercando di mantenere toni come questi al di la' di idee differenti si riesce a fare un po' di storia!
Nella notte tra il 7 e l’8 agosto ’43 il primo di quattro violenti attacchi dal cielo. Più di mille morti, centinaia di edifici distrutti
Il ghiozzo è un pesce stupido. Si fa prendere pure con le mani, un gioco da ragazzi. E «Gudgeon», ghiozzo in inglese, era il nome in codice scelto dagli alleati. Perché Milano era un bersaglio facile, non aveva difese degne di questo nome né interesse strategico. Il fascismo era crollato il 25 luglio e la pesca del ghiozzo, a quanto pare, era il sistema scelto dal Bomber Command del Comandante Arthur Harris per costringere il governo Badoglio alla resa. C’erano stati i bombardamenti del 24 ottobre ’42, quelli fra il 14 e 15 febbraio ’43. Ma fu tra il 7 e il 16 agosto che Milano fu devastata, quattro ondate successive che lasciarono fra le macerie più di mille cadaveri. Una città «insudiciata dalla morte», scrisse Alberto Savinio sul Corriere. E colpita nei suoi simboli: dalla Scala a Palazzo Reale e Palazzo Marino, dall’arcivescovado a Santa Maria delle Grazie, dove il Cenacolo di Leonardo si salvò per miracolo. Il 32 per cento delle abitazioni fu raso al suolo, il 36 per cento ne uscì dissestato. Quattrocentomila senzatetto e 230 fabbriche colpite. Tutto cominciò sessant’anni fa, nella notte fra il 7 e l’8 agosto ’43. Lo storico Achille Rastelli, in «Bombe sulla città » (Mursia), riporta la cronaca ufficiale del Bomber Command: «In risposta a urgenti ordini politici, 197 Lancaster del 1°, 5° e 8° Group furono mandati a bombardare Genova, Torino e, soprattutto, Milano». A Milano l’allarme scattò alle 0,52, quando i quadrimotori Lancaster inglesi avevano già passato le Alpi. Le prime bombe caddero all’una e dieci, 71 aerei distribuirono 198 tonnellate di morte fino alle 2,23. La prefettura calcolò 161 morti e 281 feriti solo quella notte, «ma nelle cifre ufficiali non sono contate le persone che si ritrovarono più tardi sotto le macerie», spiega Rastelli. Comunque, era soltanto il prologo: nella notte fra il 12 e il 13 agosto gli aerei sono 504, 321 Lancaster e 183 Halifax, «bisognava creare un vortice di fuoco su Milano, tale da distruggerla totalmente», e così si scaricarono 2.000 tonnellate di bombe e 380 mila spezzoni incendiari, l’allarme iniziò alle 0,35 e finì alle 2,47.
La terza ondata di 140 Lancaster arrivò alle 0,32 della notte fra il 14 e il 15; la quarta, 199 Lancaster, alle 0,31 della notte fra il 15 e il 16: le ultime bombe centrano la Scala e distruggono la Rinascente, come a dire i simboli dell’arte e del commercio. Il lavoro è completo.
Da febbraio a maggio 2004, per ricordare l’anniversario, il Comune allestirà nella Rotonda di via Besana la mostra «Bombe sulla città . Milano in guerra (1942-1944)». Tra le altre cose è prevista l’esposizione delle foto di Franco Rizzi (alcune sono pubblicate in questa pagina) che hanno ispirato «Desmentegass» di Lamberto Caimi, un film che ricostruisce per la prima volta quei giorni.
E d'un tratto capii che il pensare è per gli stupidi, mentre i cervelluti si affidano all'ispirazione.
Nel deserto umano in cui belano tante pecore, siate leoni. Forti come loro. Intrepidi come loro