Sdreuss ha scritto:ENZO TAMBORRA✍ In treno da Cassano. Così Tonino Rana cercherà di riabbracciare il suo pupilloNon si sentono da due anni, non si vedono da una vitaTra Tonino Rana e Antonio Cassano deve essere accaduto qualcosa che li ha divisi.
Eppure il presidente della Pro Inter, la società che ha scoperto il talento barese, era più di un dirigente per l’ex bambino della Città Vecchia. Lo seguiva come un ombra, gli voleva un bene dell’anima.
Quando Cassano di rivelò al grande calcio, segnando lo straordinario gol all’Inter, Rana non smetteva di piangere. Lo ha fatto anche appena saputo dei guai di salute di Antonio.
Si era messo in treno ed era partito per Milano, ma considerata la criticitĂ del momento, gli era stato impedito di correre al capezzale del suo pupillo.
Ora che le cose vanno meglio, ci riprova. Partenza alle 15 in treno da Bari, con un solo obiettivo:
fare pace con Cassano.Fonte: Blog-Repubblica
Scritto il venerdì, 4 novembre, 2011 alle 20:08*********************************************************************************ENZO TAMBORRA✍ Cassano, vietato l’ingresso a Tonino RanaSi è fatto duemila chilometri in treno, senza potere riabbracciare il suo pupilloMai viaggio fu così inutile e amaro. Tonino Rana non è riuscito a coronare il sogno di rivedere Antonio Cassano e soprattutto di riappacificarsi con lui. Difficile entrare nel merito di questa storia, non sappiamo i motivi che hanno diviso il fantasista barese dal suo scopritore.
Certo è che mette tristezza pensare che neppure dopo una situazione brutta come quella vissuta da Cassano, si sia riusciti a ricucire lo strappo, dando una dimensione molto umana alla vicenda. L’altra faccia di un brutto guaio è che dovrebbe fare riflettere su cos’è esattamente la vita.
A pensarci bene, neppure il Bari sul suo sito ha scritto un solo rigo su Antonio.
Non una dimenticanza, ma il frutto del rapporto ormai inesistente tra M*******e e Cassano. Anche in questo caso, no comment, ma è curioso come mentre da mezzo mondo siano piovuti messaggi di incoraggiamento a Cassano, la sua società di origine non ha ritenuto opportuno farlo. Rana ci ha provato ad azzerare la lite, sobbarcandosi un lungo viaggio e l’inutile attesa fuori dal Policlinico di Milano.
“Ho incrociato solo la moglie Carolina, le ho ricordato che senza di me Antonio non sarebbe diventato quello che è diventato, ma lei non mi ha degnato neppure di uno sguardo”, lo sfogo di Rana.
“Mi è stato detto che nessuno poteva salire e che Antonio era stanco. Poi invece è stato concesso di salire a cinque ultras del Milan…”Fonte: Blog-Repubblica
Scritto il sabato, 5 novembre, 2011 alle 19:43*********************************************************************************Cassano:no incontro presidente giocatoreNonostante attesa n.1 Pro Inter non riesce a salutare attaccanteMILANO, 5 NOV - Non c'e' stato l'incontro tra Antonio Cassano e Tonino Rana, storico presidente della Pro Inter, la prima squadra dove ha militato il fantasista pugliese. Rana, che era partito in treno da Bari questa mattina alle 7.30, e' giunto intorno alle 16 al Policlinico di Milano. Nonostante l'attesa di qualche ora Rana non e' riuscito a salutare il giocatore. ''Non siamo stati ricevuti - ha spiegato Rana -, la cosa mi ha un po' ferito''.
Fonte: ANSA
Scritto il sabato, 5 novembre, 2011*********************************************************************************DAVIDE LATTANZI✍ Cassano non incontra il suo scopritoreRana: ❝Sono deluso❞BARI—Il suo lungo viaggio si è fermato dietro la porta di Cassano. Tonino Rana, però, non è riuscito ad incontrare il suo allievo prediletto. Lascia un filo di tristezza il racconto della giornata dello storico presidente della Pro Inter, ovvero la società in cui Fantantonio ha mosso i primi passi da calciatore. Malgrado, infatti, avesse annunciato la sua visita al Policlinico di Milano, Rana non è riuscito ad entrare nella stanza del campione milanista.
E pensare che il dirigente barese aveva dichiarato il suo intento di far visita a Cassano appena cominciarono a diffondersi le voci sul suo malore.
«Sono davvero triste», racconta Rana. «Mi sarebbe bastato vedere Antonio per pochi minuti, dargli una carezza. Nella mia vita abbiamo allevato migliaia di ragazzi, ma è chiaro che lui è stato diverso. Non solo per il suo talento unico, ma anche per il carattere indomabile.
Se ha fatto diverse "cassanate" da adulto, pensate quante ne ha combinate a me da bambino. Mi sono preso cura di lui per ogni minima esigenza, l’ho sempre considerato un figlio.
Pertanto, è facile immaginare quanta paura ho provato in questi giorni». Il presidente della Pro Inter illustra gli ostacoli che ha incontrato nel suo tentativo di incontrare il pibe della Città Vecchia.
«Sono arrivato a Milano alle 15,30 - dice Rana - e subito mi sono diretto al Policlinico. Sono salito al terzo piano, dove è ricoverato Antonio, ma alle porte della sua stanza alcuni buttafuorimi hanno detto che senza autorizzazione non potevo entrare. Ho spiegato chi fossi, ho anche presentato il mio biglietto da visita, ma mi è stato intimato di andar via». Rana ha poi incontrato la moglie del fantasista, Carolina Marcialis.
«Le ho chiesto aiuto per vedere Antonio, ma mi ha risposto che i medici non permettevano visite. Tuttavia, è stata frettolosa ed ha evitato il mio sguardo». Rana ha atteso fino alle 19, ma invano.
«A quel punto - conclude - non mi è rimasto che tornamene a Bari. Non so se Antonio non abbia voluto vedermi, ma certo non ero venuto per chiedergli qualcosa. Chi opera nei settori giovanili, è costretto a mille sacrifici. L’unica gratificazione è il legame che resta con i ragazzi. Ma se il risultato è vedersi respinto dopo diciotto ore di treno, passa la voglia di proseguire questa attività . Detto ciò, mi auguro ovviamente che Antonio guarisca e torni presto in campo».Fonte: CdM
Scritto il domenica, 6 novembre, 2011*********************************************************************************MICHELE PENNETTI✍ Un silenzio che fa maleUn’occasione perduta per non fare brutta figuraPassa un giorno, e si può capire. Ne trascorrono due, e con il Grosseto di mezzo si può ipotizzare che i pensieri andassero altrove. Poi tre, quattro, cinque, sei, e forse può ancora reggere (a fatica) la supposizione che a qualcuno sia sfuggito.
Ma ad una settimana dal serio problema di salute in cui è incappato Cassano, il silenzio del Bari legittima una punta di biasimo.
Non aver spedito a FantAntonio neanche un messaggio d’auguri è un indice di scortesia e, insieme, un’occasione perduta per non fare brutta figura.
Fonte: CdM
Scritto il domenica, 6 novembre, 2011