La maledizione del baseball in provincia: "Esportiamo campioni, ma non esistono campi regolamentari"Un'odissea lunga più di 40 anni, in cui viene ancora più rimarcata la differenza tra gli sport considerati 'importanti' e quelli 'minori'. È la storia del 'Baseball Club Bari - Warriors', l'unica squadra di baseball e softball nella provincia, che fin dalla sua fondazione - nel 1971 - è stata costretta ad allenarsi ed ospitare le partite dei campionati nazionali in campi, grandi circa la metà di un 'diamante' regolamentare.
NESSUN CAMPO NEL BARESE - Un obiettivo - quello di ottenere una struttura a norma dal Comune di Bari - che il manager ed allenatore Vincenzo Serino continua a perseguire, per permettere ai suoi atleti - che vanno dagli studenti 15enni agli sportivi 40enni - di giocare in sicurezza. Per il momento, invece, la squadra si è dovuta accontentare del campo da calcio dello stadio comunale di Valenzano, dove manca persino l'erba. Gli atleti devono così lanciare la palla, effettuare prese e scivolate alla base tra il pietrisco. "Con il rischio - spiega Serino - di farsi male. È capitato a mio figlio Marco, una promessa richiesta da tante squadre della massima serie, che si è rotto un dito della mano durante un'azione di gioco. Eppure è l'unico campo che possiamo permetterci. C'è anche il ' Mirko Variato' a Japigia, ma ci verrebbe a costare oltre 70 euro all'ora. Visto che una partita dura in media quattro ore, è facile capire che bisogna essere ricchi per giocare". E così domenica è avvenuto l'ennesimo paradosso: la squadra barese di baseball ha giocato - e vinto - contro il Matino in uno stadio fuori dal territorio comunale.
SPORT DI INTEGRAZIONE - "Eppure il nostro è uno sport che unisce diverse generazioni ed è capace di integrare - prosegue Serino -. Con noi gioca persino un cubano, Herick Hernandez Vazquez, lanciatore della nazionale, e siamo aperti ad ospitare ragazzi provenienti da contesti 'difficili'. Siamo persino tra le associazioni che contribuiranno alla creazione del 'Museo dello sport barese' a giugno. Poi però ti accorgi che una squadra che ha sfiorato la massima serie nel softball non ha un campo regolamentare e i nostri campioni li 'esportiamo' a squadre meno blasonate, che però hanno spazi adeguati per allenarsi, come il Matino o il Foggia. È un vero peccato".
E se la situazione non dovesse cambiare, a perderci potrebbe essere non solo lo sport, ma anche l'indotto economico turistico dell'area metropolitana. "Il campionato è partito come sempre nel periodo estivo - conclude Serino -, quando arrivano turisti giapponesi, americani e sudamericani, che chiedono dove poter seguire partite di baseball, sport da loro molto seguito, ma non sappiamo cosa rispondere".
IL COMUNE: "OBIETTIVO NEL LUNGO TERMINE" - Nel futuro anche l'area metropolitana di Bari potrebbe pensare di dotarsi di un campo regolamentare per gli amanti del baseball, ma non è una cosa che avverrà nel breve periodo, come spiega l'assessore comunale allo Sport Pietro Petruzzelli: "Con i prossimi finanziamenti riutilizzeremo degli spazi abbandonati per destinarli ad altri sport minori, come il rugby. I futuri interventi saranno dedicati anche al baseball, ma sono cose che vanno programmate e non si possono risolvere nel giro di un anno o due".
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