dareios ha scritto:intensitÃ
pressing a tutto campo
tecnica individuale al servizio del collettivo
agonismo, anche esasperato
corsa dall'inizio alla fine
sfruttamento delle corsie laterali
velocità di esecuzione
Grazie mille della risposta Dario. È interessante notare come tutte le parole dell'elenco incarnano perfettamente i principi di gioco del Tiki-Taka del Barcellona di Guardiola, ma d'altronde non poteva essere diversamente. I canterani blaugrana nascono con i concetti che Krujff portò in Catalonia e Pep, sebbene abbia avuto una parentesi italiana, da buon canterano, ha recepito, poi sviluppato, fino ad evolvere il pensiero Krujffiano, sintetizzando lo spirito olandese degli anni '70 con il meticoloso palleggio spagnolo. Come te ritengo che ciò che hanno fatto a Barcellona dal 2008 al 2012 più o meno, periodo che guarda caso coincide con i massimi successi ottenuti dalla nazionale spagnola, sia un esperimento irripetibile. Tutte le scopiazzature successive sono dei bruttissimi surrogati che hanno modificato il calcio. La rivoluzione guardiolista è un modello dal quale prendere ispirazione solo e se i mezzi tecnici e fisici dei giocatori sono conformi, altrimenti meglio lasciar perdere e affidarsi alle caratteristiche che ogni giocatore possiede e inventarsi qualcosa in base ad esse.
Questa breve prefazione anticipa ciò su cui poi verte il mio pensiero. Ossia i mezzi e i mezzi fisici, che sono indispensabili affinché una squadra possa sia vincere che giocare bene. Tornando a quel Barcellona ricordo che in molti dubitavano sulle qualità atletiche dei calciatori, molti si domandavano come facessero a mantenere dei ritmi cosi alti non per una stagione, ma per diverse stagioni. Il pressing tutto campo e la corsa dall'inizio alla fine della partita, lasciavano un po' tutti titubanti poiché lo sforzo fisico era davvero notevole e chiunque abbia fatto sport sa che mantenere una condizione atletica così preparata per un'intera stagione è oggettivamente difficile. Non subire cali di prestazione o non vacillare mai un secondo davanti alla porta poiché la lucidità è cosi alta da non sbagliare mai era il vero miracolo di quel Barcellona, che con quei mezzi tecnici, perché avere nella stessa squadra e nello stesso momento Iniesta, Xavi e Messi non è roba da tutti i giorni, è riuscito a vincere trofei su trofei.
Ciò che davvero è indispensabile, dunque, per fare bene e giocare bene è la condizione atletica, a volte anche più dei mezzi tecnici. È chiaro che per avere una qualità di gioco sempre più alta le doti tecniche devono essere abbinate ad essa. Per fare un esempio Pozzebon controlla palla e direziona il corpo in 3 secondi, mentre Iadaresta in quel lasso di tempo orienta il controllo, passa la palla e va in profondità aumentando la velocità dell’azione. Un altro esempio è Cacioli che controlla il pallone sul posto rallentando il gioco. È un movimento che fa sistematicamente, che chiude gli spazi per i centrocampisti che dovrebbero ricevere il pallone e alleggerire il pressing avversario e che porta al lancio lungo. Ma Cacioli è un giocatore di Serie D e non è possibile attendersi determinate giocate. È buon difensore per la D a cui va data una preparazione atletica.
È interessante notare come il Bari di Cornacchini, nonostante sia in D, abbia molti punti in comune con il modello orange.
Intensità : quella non manca. Sia quando bisogna aumentare il numero di giri per prendere i tre punti (la gara contro il Rotonda è un esempio in cui abbiamo martellato nei 5 minuti prima di arrivare al gol di Di Cesare) che quando si tratta di difendere a pieno organico il risultato chiudendo intensamente gli spazi.
Pressing tutto campo: questo ci manca. Cornacchini legge il calcio cosi, anche se nell’ultima partita ho visto diverse volte un pressing alto coordinato che ci ha portato due-tre volte vicino alla rete. Una rondine non fa primavera e ritengo che siano state situazioni di gioco poiché secondo me i nostri giocatori non hanno le caratteristiche atletiche per fare pressing tutto campo per più di 60 minuti.
Tecnica individuale: nulla da eccepire da questo punto di vista, tecnicamente siamo la squadra più forte e la giocata di Simeri che ha portato al gol Piovanello ne è la dimostrazione.
Agonismo: questo Bari ha le palle quadrate, solo in una occasione si è davvero deconcentrato e ha abbassato la soglia dell’agonismo.
Corsa dall’inizio alla fine: è un tamburo battente Cornacchini da questo punto di vista. Lavoro molto sul piano fisico, tant’è che i giocatori si sono lamentati ad inizio anno. Non fa che ripetere in conferenza stampa che i suoi giocatori debbano essere preparati fisicamente per correre. Abbiamo avuto una flessione fisica a dicembre e il pari del Roccella e la spina staccata sono solo la conseguenza. Meglio col Messina, ho visto una squadra leggermente in crescita anche se alcuni calciatori non erano ancora in forma (Hamlili e Floriano, quest’ultimo infatti si è fatto male).
Corsie laterali: un po’ si e un po’ no. Però c’è da dire che i nostri centrali sono abbastanza lenti e se i terzini dovessero sganciarsi troppo nel caso in cui perdessimo palla ci ritroveremmo molto scoperti. Insomma, ritengo che i terzini bloccati sia una legittima scelta di copertura. D’altronde noi dobbiamo vincere prima di tutto il campionato e capisco se è preferibile sganciare il meno possibile i due terzini e lasciare agli attaccanti, superiori tecnicamente, il compito di creare pericoli.
Velocità di esecuzione: più giù di categoria vai e più lenta è. Per la categoria siamo abbastanza veloci.
Poi sono sempre pareri personali, ma credo che questo Bari, rapportato alla categoria, sia tra i migliori visti.