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Moderatori: sirius, Rosencratz, Pino, Soloesemprebari, divin gallo
Saboccio ha scritto:Nonostante tutto.....Auguri a tutti e sempre Forza Bari!
dareios ha scritto:Un Bari ancora senza gioco ha però vinto con fatica a Troina, garantendosi primato e promozione con due giornate d'anticipo. Vincere senza convincere. Francamente non ho mai avuto dubbi sulla nostra promozione ma mi aspettavo una stagione intensa e sperimentale per costruire un gruppo e un'identità di gioco, possibilmente orange, che potessero darci garanzie per il futuro.
E' stato centrato solo l'obiettivo più ovvio, ma oggi possiamo dire che va bene anche così, ringraziando tutti i protagonisti di questa vittoria. La speranza è che almeno qualche giocatore attuale, in un sistema di gioco diverso radicalmente, si riveli più forte di quello che si è visto finora.
Forza Bari, ad maiora.
oldvalues ha scritto:dareios ha scritto:Un Bari ancora senza gioco ha però vinto con fatica a Troina, garantendosi primato e promozione con due giornate d'anticipo. Vincere senza convincere. Francamente non ho mai avuto dubbi sulla nostra promozione ma mi aspettavo una stagione intensa e sperimentale per costruire un gruppo e un'identità di gioco, possibilmente orange, che potessero darci garanzie per il futuro.
E' stato centrato solo l'obiettivo più ovvio, ma oggi possiamo dire che va bene anche così, ringraziando tutti i protagonisti di questa vittoria. La speranza è che almeno qualche giocatore attuale, in un sistema di gioco diverso radicalmente, si riveli più forte di quello che si è visto finora.
Forza Bari, ad maiora.
Pretendere qualcosa in più che vada oltre il possibile al primo anno di vita di una società di calcio, ovvero: vincere il campionato-sperimetare-far crescere giovani-costruire un’identità di gioco su tutti i settori-ottenere risultati da un calcio spettacolare-produrre capitali per autogestire il club e investire in servizi e risorse, è una forma di massimizzazione tipica delle società capitalistiche influenzate dalle teorie corporate-sociali.
È evidente caro prof che questa tua pretesa bulimica caratterizzata da un: pretendo tutto e giudico tutti, è una forma espressiva inconscia che ti colloca idealmente come ceo della più venale corporate sportiva multinazionale.
facciawestern ha scritto:oldvalues ha scritto:dareios ha scritto:Un Bari ancora senza gioco ha però vinto con fatica a Troina, garantendosi primato e promozione con due giornate d'anticipo. Vincere senza convincere. Francamente non ho mai avuto dubbi sulla nostra promozione ma mi aspettavo una stagione intensa e sperimentale per costruire un gruppo e un'identità di gioco, possibilmente orange, che potessero darci garanzie per il futuro.
E' stato centrato solo l'obiettivo più ovvio, ma oggi possiamo dire che va bene anche così, ringraziando tutti i protagonisti di questa vittoria. La speranza è che almeno qualche giocatore attuale, in un sistema di gioco diverso radicalmente, si riveli più forte di quello che si è visto finora.
Forza Bari, ad maiora.
Pretendere qualcosa in più che vada oltre il possibile al primo anno di vita di una società di calcio, ovvero: vincere il campionato-sperimetare-far crescere giovani-costruire un’identità di gioco su tutti i settori-ottenere risultati da un calcio spettacolare-produrre capitali per autogestire il club e investire in servizi e risorse, è una forma di massimizzazione tipica delle società capitalistiche influenzate dalle teorie corporate-sociali.
È evidente caro prof che questa tua pretesa bulimica caratterizzata da un: pretendo tutto e giudico tutti, è una forma espressiva inconscia che ti colloca idealmente come ceo della più venale corporate sportiva multinazionale.
il persiano sogna un bajax guidato da contuzzi, manovrato da van der brienza e joao jorio nel barium stadium, finanziato da uno scià solobarinsciallato, seguito da tifosi altoborghesi e superilluminati, raccontato da galeano e soriano. forse nel 2666, quando saremo cibo per vermi, qlcu lo accontenterà : l'ultima partita si giocherà a bordo di una navicella spaziale a forma di sannicola che punterà un buco nero perché a corto di carburante e tanto varrà scoprire, morti per morti loro (noi sepolti), se in fondo al tunnel c'è vita. può anche darsi che alla fine del tetro viaggio atterrino sulla pista dell'aeroporto dell'inferno e trovino noi, risorti o mai morti, ad attenderli con le bandiere plurisecolari.
Gardrathbelga ha scritto:facciawestern ha scritto:[...] galeano e soriano. forse nel 2666 [...]
Baristellar vs Interstellar?
Sei in pessima forma, Professò...dareios ha scritto:Trascurando per un momento gli autodafé dopo la Reconquista della serie C, vorrei soffermarmi sugli esoneri recentissimi di Stellone e di Grosso.
Partiamo da una premessa doverosa.
Sapete che preferirei un Bari adespota, senza il rikottaro di turno ed è ovvio che il mio giudizio sui due ultimi pseudopresidenti/proprietari del Bari prima della multiproprietà sia negativo al 100%, tuttavia va rilevato che nel calcio italiota un proprietario rikottaro e truffatore costituisce la regola e pertanto non si capisce perché il Bari avrebbe dovuto costituire l'eccezione. Questo per dire che trovo assai stupido il giubilo da parte di alcuni tifosi biancorossi per la caduta del molfettese che ha trascinato il Bari in D, come se ripartire dall'inferno con un altro rikottaro garantisca la catarsi e il conseguimento di risultati sportivi eccezionali. Ovviamente io me lo auguro e sarò il primo a esultare qualora il Bari raggiunga l'Europa, ma non è questo il punto di cui voglio discutere ora.
Il punto è che l'ex arbitro e il molfettese, per quanto discutibilissimi come presidenti, avevano messo su rose di giocatori di tutto rispetto, le famose corazzate prontissime per il salto di categoria, se solo non fossero incappate in allenatori del tutto incapaci. La dimostrazione ora è sotto i nostri occhi: via dal palermo, via dal verona, favoritissime entrambe per la promozione ma anch'esse incappate nella sciagura che ha colpito il Bari: l'allenatore incapace.
Questo dato di fatto non fa che aumentare i nostri rimpianti, perlomeno i miei, perché, invece della promozione in A, ci siamo dovuti sorbire il casino disorganizzato del ciociaro e i ticchetocche al rallentatore di grosso. Per tacere di tutto il resto e, mentre oggi masiello lotta per la gembions e il lecciole per la A, noi dovremmo consolarci con la catarsi e addirittura ringraziare la multiproprietà ...
Ottima disaminasaverio67 ha scritto:Le rose che abbiamo avuto negli anni scorsi erano da onesta serie B. Nessuna corazzata, nessuna Ferrari e nessuna schiacciasassi.
In queste condizioni il Bari di Nicola e di Camplone è arrivato ai Play Off e quello di Grosso pure, ma ha dovuto giocarli in svantaggio per via dei magheggi di Jean Kasper.
Io non conosco un solo allenatore che abbia avuto un contratto a tempo indeterminato. 9 allenatori su 10 vengono esonerati o non rinnovati a fine contratto. Questa storia di indicare gli esoneri come prova di incapacità mi pare fuori luogo.
In verità ci sono stati tre allenatori che a Bari se ne sono andati di loro iniziativa.
Radice non accettò di allenare in serie C. Conte strappò il contratto per il pessimo trattamento. Gautieri non arrivò manco alla prima partita. La storia ha dimostrato che hanno avuto torto tutti e 3:
1. Bolchi, che arrivò al posto di Radice, ha conquistato due promozioni consecutive e stabilito il record di una squadra di serie C in Coppa Italia.
2. Ventura conquistò il miglior piazzamento in A degli ultimi 20 anni.
3. Alberti ci ha regalato il nostro miglior piazzamento in serie B dai tempi della nostra ultima retrocessione in A, portandoci alle semifinali play off.
Dopo la Remuntada di qui sono passati Mangia, Nicola, Camplone, Stellone, Colantuono, Grosso, Cornacchini.
Mangia veniva dalla nazionale under 21.
Nicola, Camplone, Stellone e Colantuono avevano tutti e 4 già conquistato la promozione dalla B alla A.
Grosso alla sua prima esperienza ha conquistato i playoff, nonostante i punti di penalità .
Cornacchini ci ha riportati tra i professionisti al primo Colpo.
Ma a Bari abbiamo sempre da ridire. Non ne va mai bene uno. Anzi manco mezzo. E non è che i loro predecessori (Alberti e Torrente) siano stati trattati meglio, nonostante il primo ci abbia regalato i play off e la più emozionante delle stagioni nonostante i punti di penalità ed il secondo pure ha dovuto fare i conti con continue decurtazioni di punti.
A promozione matematica acquisita ho potuto guardare con occhio più sereno la partita di domenica scorsa. Chiedere a Cornacchini un gioco più spettacolare con quei giocatori vuol dire chiedere di fare le nozze con i fichi secchi. Tolti Brienza, Di Cesare e Bolzoni, tutti gli altri non sanno controllare la palla con un tocco solo; hanno tutti bisogno di aggiustarla. I passaggi sono sempre fuori misura, troppo lunghi o troppo corti. I cross vengono fatti da giocatori con piedi scarsi che mettono palloni in mezzo sperando che succeda qualcosa perché non hanno le doti tecniche per mirare alla testa di un compagno; e gli attaccanti per parte loro non sanno smarcarsi per ricevere i cross. Il gioco spumeggiante e veloce richiede interpreti dai piedi educati, sennò diventa come le partite dei bambini sulla sabbia: tanta corsa e basta. Ma se un giocatore ha i piedi buoni non si mette a giocare nella serie D, italiana soprattutto.
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