Angioletto ha scritto:Non riesco più a scrivere in questo topic, troppo ipercriticismo al limite dell'autolesionismo. Per Dareios esistono solo due Bari, quello di Catuzzi 1, che sfiorò la serie A con un manipolo di ragazzini ed il Bari di Alberti e Zavettieri, che non andò in serie A per motivi diversi, tra cui il principale è che non c'era una società a sostenerla. Tutto il resto è niente o quasi. Allenatori etichettati e bocciati ad Agosto oppure dopo due-tre partite se subentrano in corsa. Conosco molto bene il Bari di Catuzzi 1 e di Alberti-Zavettieri, per me rappresentano eccezioni romantiche alla regola che vogliono che i risultati si ottengono con la squadra, fatta di giocatori importanti, con una società forte alle spalle che spinge per ottenere il risultato unico della promozione e questo a volte, a discapito della qualità del gioco. Quando hai un solo risultato a disposizione, devi giocare semplice, mettendo gli attaccanti, che devono essere di esperienza, nelle condizioni di poter contare su quelle due-tre palle gol a partita che regolarmente non devono sbagliare.
Paradossalmente è proprio l'unica cosa che si sta sbagliando quest'anno. La squadra gioca discretamente, si arriva nei pressi dell'area di rigore e si cerca sempre il leziosismo ulteriore, il tocco di classe, che regolarmente viene bloccato dagli avversari. Non va bene e questo Vivarini dovrebbe farlo presente alla squadra.
Non condivido nemmeno l'ipercriticismo nei confronti della proprietà . Hanno esperienza, sono bravi, i soldi li stanno mettendo. Probabilmente gli viene rimproverato il fatto di essere napoletani, qualcuno avrebbe preferito un bergamasco o un malaysiano squattrinato piuttosto, ma io no. Per me questa è follia.
Forza Bari sempre.
Ricordo ancora un post veterohdemico di FacciaWestern in cui si riconoscevano i miei tentativi di dare un senso a questo Bari...
Ecco, se proprio devo esprimere un rimpianto, direi che mi mancano i lenocinii estrosi di FW sotto il cui velame si celavano dosi massicce di materia grigiorossa ("la cremonese del sud" ah!).
Dare un senso al Bari? Già in condizioni normali sarebbe impresa vana, figurarsi oggi con lo spettro dell'immunità di gregge quale unica soluzione di BoJo al virus che decima la popolazione.
Eppure il post di Angioletto mi solletica e mi sollecita ad uscire dalla desidia elegiaca di questi giorni difficili sì, ma pregni di indicazioni per un futuro migliore, se saremo in grado di capire.
Si diceva il Bari, dunque.
Angioletto ha ragione nel criticare l'ipercriticismo e, proprio per esserne l'antidoto, lo invito a continuare a scrivere qui.
Ma vorrei fare qualche annotazione marginale alle frasi di Angioletto, con l'intento non di correggere alcunché (me ne guarderei bene) ma di asseverare la critica all'ipercriticismo.
"Per Dareios esistono solo due Bari, quello di Catuzzi 1, che sfiorò la serie A con un manipolo di ragazzini ed il Bari di Alberti e Zavettieri":
ebbene sì, il Catuzzi bis (il primo Catuzzi fu quello che salvò il Bari da C certa nel post Corsini del '78-'79 per poi cedere luogo al gloriosus leccioleso Renna), quello dei due terzini, Armenise e Frap, che da un lato e dall'altro solcavano le linee laterali per buttarla nel mezzo dell'area, quello che dominava dall'inizio alla fine della partita, come vorrebbe fare Vivarini (sic!), il Bari modellato dall'Enrico magno sull'Olanda più orange di tutti i tempi. Era follia solo immaginarlo! E invece si materializzò in tutta la sua lugubre bellezza che fece gioire e piangere quasi 45000 anime morte stipate all'inverosimile in un della Vittoria mai così spaventosamente sontuoso come in quella maledetta domenica contro la samp.
Il Bari di Alberti e Zavettieri, scrivi, caro Angioletto... ma il Bari di Alberti e Zavettieri fu quello che sfiorava la zona retrocessione, fino a che un sabato di marzo bomber Ceppo, con un'inzuccata vincente al lanciano, diede l'avvio a una rincorsa "che era follia sperar". Quel Bari non era di nessuno, se non del popolo biancorosso che a ogni partita interna cresceva in modo esponenziale, vero demiurgo del pneuma vitale che ispirava 11 brocchi che con la maglia biancorossa indosso diventavano semidei all'applauso del volgo. Era follia sperar... eppure si materializzò in tutto il suo splendore finché non arrivò la finanza creativa, sotto forma di fotocopia di assegno indiano, a soffocarne le gesta.
Ma non dimentichi qualcosa, caro Angioletto? Il Bari del 424 di Conte... un Bari sontuoso in tutti i reparti che schiacciava chiunque si presentasse al suo cospetto (tranne il fratello salernitano... ahi Conte, degli ultras seguace...); un Bari firmato, questa volta lo riconosco, Conte, leccioleso e rubentino, ma eroe fino a divenire sindaco di Bari. Conte... la mia più grande delusione dopo Cruijff al barcellona! Conte plasmò della sua garra quel Bari al punto che, anche dopo che tradì il Bari, la squadra continuò a giocare benissimo per quasi tutto il girone di andata della serie A reconquistada... poi ebbero la meglio i veleni di Ventura che annientarono la grande bellezza.
Dare un senso al Bari, dopo tutto ciò? Hai ragione tu, caro Angioletto, "...giocare semplice, mettendo gli attaccanti, che devono essere di esperienza, nelle condizioni di poter contare su quelle due-tre palle gol a partita che regolarmente non devono sbagliare."
Questo deve essere il Bari del cinepanettonaro, non ho dubbi, ma permettimi di rimpiangere qui le "eccezioni romantiche" in nome di un'utopia che nella storia può cmq manifestarsi in vario modo, talvolta addirittura costringendo la gente a essere solidale gli uni con gli altri, mettendo da parte efficientismo, competizione, business, per far fronte a un'eccezione della seconda declinazione latina...
FINCHE' NON PASSA, RESTIAMO ALLE CASE IL PIU' POSSIBILE PER IL BENE DI TUTTI.Saluto tutti con affetto fraterno