I giornali spesso usano titoli ad effetto per attirare l'attenzione dei lettori. In queste ore circola un titolo "Il tridente del Bari vede e provvede". Il Bari che sostituisce il lavoro che di solito svolge dio. Pure gli accostamenti si fanno audaci e anche profani. Ma qualcuno ci casca, altrimenti non si spiegherebbe come mai i giornalisti battono con frequenza la pista degli slogan.
Che accade nella testa dei tifosi? Bella domanda. Troppo difficile rispondere. Proviamo a descrivere quello che si vede. A Bari si vede un tifo che è molto spezzato in parti. Esiste una parte che ininterrottamente sono anni che sottoscrive l'abbonamento. Se chiedi loro, perché? verosimilmente ti rispondono che il Bari è la squadra per la quale fanno il tifo. Come definirlo questo tifo... a prescindere? Ma sì, a prescindere va bene. Questi sono degli integralisti del Bari, senza che si offendano, sono ammalati di Bari. E neppure invitandoli a verificare se la rosa allestita dalla società è degna di ricevere fiducia, questi insani sono disposti a farsi carico (e a non far mancare il loro sostegno) pure a fronte di un campionato anonimo o peggio, di sofferenza. Un bel mistero. Qualcuno è in grado di indicare quali siano i vantaggi di questo sacrificio? In termini di risultati, la storia del Bari è avara. Tanta passione per avere in cambio così poco. Per una testa calcolante i conti non tornano. Il Bari non conviene. Il mistero si infittisce. I calcoli però appartengono al mondo della ragione, mentre costoro abitano un luogo che razionale non è. Ecco, aggiungiamo che chi tifa Bari, solo Bari, è un pazzo. Cari baresi (solodelbari), ringraziate Franco Basaglia e la sua ammirevole (e impagabile) opera nei confronti del sociale. Altrimenti oggi il vostro tifo al Bari vi avrebbe condannato al manicomio.
Per fortuna, i pazzi sono pochi. La ragione ha fatto tanti discepoli a Bari. Ma non del Bari. Il calcolo ragionato e conveniente ha spinto a trascurare il modesto Bari ad abbandonarlo in attesa che si degni di mostrare che valga la pena spendersi per lui. Se il Bari non riesce a farmi avere lo scudetto, me lo faccio dare da qualcun altro. Se il Bari non è in Champions, io ci vado lo stesso con altri. Ma poi, come torno a Bari? Diverso. Cambiato. Anzitutto calza a pennello il monologo dell'androide di Blade Runner: Io ne ho viste cose che voi del Bari non potreste immaginarvi...
Appunto, chi torna a Bari dopo queste esperienze, usando un eufemismo, diciamo che il Bari gli sta un pochino stretto. Come è naturale che sia dopo che ci si è immersi in stagioni di gran calcio.
A contrapporre tanto ben di dio, il Bari risponde con un fallimento e un campionato tra i dilettanti. Lo si vince, ma le critiche non sono mancate. E pure l'anno seguente, in C, da neopromossa la B sfugge di un soffio a causa dello spareggio perso contro la Reggiana. Ma pure qui critiche feroci. E le critiche non risparmiano niente e nessuno. Lamanna (in B), Caputo (in B), Castrovilli (in B), Simeri (in D). Elenco non completo, all'appello ne mancano tanti altri che ne hanno prese. A volte con ragione. Ma tante volte come se non si attendesse altro che vedere il Bari scivolare su una buccia di banana. Quello che appare davvero evidente è la sproporzione degli attacchi al Bari. Non sono misurati al Bari. Se il Bari commette uno sbaglio da 2, l'offesa che torna è da 8 in intensità . Perché quei 6 punti in più? Si potrebbe credere che sotterraneamente si muova una malafede che è sempre pronta a colpire alla prima occasione che si offre. Ma forse non c'è solo questo. C'è anche altro. Facciamo un altro esempio. Recentemente è stato sferrato un attacco a Telebari, rea di non trasmettere la partita del Bari, quella di coppa italia, in diretta. Davvero una sterile polemica che però ha ricevuto consenso per diverse ore, fino a quando si è capito che Telebari non poteva per mancanza di diritti televisivi sostituirsi alla Rai che invece li aveva. Eppure contro Telebari si è scritto tanto, troppo e senza curarsi se queste parole al veleno erano vere o no. Ma anche qui, perché? Solo malafede? E se fossimo lontani dal vero? Non dobbiamo escludere che chi critica il Bari, o in questo caso Telebari, sia sincero. Lui la pensa davvero così. Il Bari è mediocre e Telebari di basso livello. Queste affermazioni troverebbero riscontro se il Bari così conciato e telebari così allestita affronatssero scenari da Champions. Ma so che è buono perché lo faccio io, o gialloOro che la mette sul ridere, portati su palcoscenici europei non strapperebbero un sorriso, come a dire, ma a Bari come stanno messi? Ma dove vogliono andare? In effetti mancherebbe quel tono da D+. Ma noi qui siamo D-.
Ecco, forse è questa la giusta chiave di lettura. Al Bari manca da sempre quello sguardo che riesce a vederlo e accettarlo per quello che è. Non è una operazione difficile da fare. E' sufficiente tenere ben a mente quello che ci restituisce la storia della nostra squadra. 112 anni, 30 anni di A, l'ultimo campionato disputato in A dieci anni fa. Nei 30 anni di A MAI una qualificazione in Europa. E poi tanta, tantissima sofferenza per poter salvarsi dalle frequenti retrocessioni. Siamo onesti, non sembra un palmares del quale gonfiare il petto con orgoglio. Anzi, meglio mostrare una certa umiltà quando ci si approccia al Bari. Invece è esattamente il contrario quello che succede. Per come si fanno polemiche o si muovono critiche, pare che qui non si sia fatto altro che assaggiare di continuo la vittoria, che la bacheca straripi di trofei di ogni genere. Che i campioni visti al San Nicola giustificano l'incapacità di tollerare gli errori dei giovani lanciati allo sbaraglio. Magari sarebbe utile pensare che un giovane nel suo percorso di crescita lascia sul campo delle sbavature che lo aiuteranno a migliorare. Naturalmente se si conosce questa natura umana (e la si accetta) pure la parte più vulnerabile viene accolta. E il Bari ha mostrato nel corso della sua storia di essere molto umano. La perfezione, non esiste. Per la verità , non esiste nemmeno altrove. Solo che qui a Bari si sbaglia di più. E pure parecchio. Però dall'altra parte si hanno le condizioni ideali per fare meno errori. E grazie al c***o, con tutti quei soldi che hanno, chi non ci riuscirebbe? Ma in fondo, che meriti possiamo riconoscere loro? Che hanno più soldi? Che sono ricche? Complimenti. Ma, con tutto quel arsenale mi pare il minimo che hanno ottenuto quei risultati. Invece il Bari, non avendo Moratti, Agnelli o Berlusconi, poteva fare di più con quello che ha avuto? Abbiamo avuto Matarrese, ragazzi. Il volenteroso prof De Palo. E Paparesta e Giancaspro si possono considerare presidenti? Insomma, quando mai a Bari abbiamo avuto la nostra occasione? Appunto, MAI. Questa coi DL potrebbe essere a volta buona. Ma solo il tempo potrà confermarlo. Nell'attesa, cari traditori baresi, calcolate bene se conviene ancora massacrare gratuitamente il Bari.