79° cambio per la panchina barese, il 4° quest'anno. Esonerato Peppe Iachini, arriva, dalla squadra Primavera, Federico Giampaolo, già giocatore biancorosso nel campionato 91/92 (l'anno di Platt) con 20 presenze e un gol al Foggia.
Nato a Teramo, sarà il 4° allenatore abruzzese della storia del Bari, dopo Paolo Giammarco (di Popoli, in provincia di Pescara), Andrea Camplone (pescarese) e Vincenzo Vivarini (nativo di Ari, in provincia di Chieti).
In altre 2 occasioni il Bari aveva visto avvicendarsi tanti allenatori sulla propria panchina: nel campionato 1948/1949 - in serie A - iniziò Kutik, alla 5^ giornata Plemich, quindi Sarosi all'8^ e, dalla 15^ il trio Capocasale-Costantino-Sarosi.
Il record 2 anni dopo, campionato di serie B 1950/1951, quando gli avvicendamenti furono addirittura 8! Il torneo lo iniziò Allasio, all'8^ giornata venne chiamato Alfonso, alla 13^ Sandron, alla 20^ il duo Capocasale-Costantino, la partita dopo (21^ giornata) Giammarco, ancora una partita e alla 22^ arrivò Piselli, alla 24^ tornò Giammarco, neanche il tempo di ambientarsi e alla 25^ il Bari venne affidato, fino al termine, a Costantino.
E' perfettamente inutire dire che il Bari retrocesse in serie C e l'anno dopo in serie D dove rimase 2 stagioni.
Iachini ha chiuso la sua avventura sulla panchina del Bari con la media di 0,8 punti a partita (quest'anno 1,11 per Mignani, 1,21 per Marino). Per ritrovare una media così bassa per un allenatore del Bari in serie B bisogna risalire proprio a quel campionato 50/51: Alfonso chiuse con la stessa media del tecnico ascolano (0,8) e addirittura Piselli a zero, considerato che le 2 partite da lui dirette si chiusero con altrettante sconfitte.
Speriamo che Giampaolo riesca a trovare qualche soluzione perchè tempo con ce nè più, salvasse il Bari e a fine campionato si chiudesse questa parentesi perchè un anno così brutto non vorremmo rivederlo mai più.
Un'ultima cosa. Oggi si fanno i conti con tutti gli errori commessi dall'estate passata e ripetuti nel corso di questi mesi. Errori (ed orrori) talmente evidenti, inutile ricordarli, che era difficile, impossibile, non rendersene conto. Eppure nei social era un reato criticare l'atteggiamento societario sul mercato, verso i tifosi, con la stampa. Etichette a gogo, le solite, perchè non era mai il momento per discutere lo scempio al quale tutti assistevamo e abbiamo assistito. Il solito errore: invece di aprire gli occhi si è preferito buttare la polvere sotto il tappeto e aspettare... come sempre. Oggi in tanti cascano dal pero, si rendono conto della situazione e incominciano a ragionarci sopra.
Il quart'ultimo posto non è figlio di Mignani/Marino/Iachini ma di chi ha dato loro una rosa senz'anima, con ruoli scoperti, giocatori rotti o a fine carriera. Hanno rotto il giocattolo lasciandolo a pezzi. Come a pezzi è il rapporto tra società e tifosi. La soluzione è solo una: vendere e basta.
Non perdete lo spirito critico: serve a crescere, non ad amare altro.
FORZA BARI!